“In Panne”(2010 -2011)

“In Panne”

Il copione tocca l’argomento controverso della giustizia, in una surreale atmosfera di un tribunale insolito dove le sentenze devono rispondere oltre che alle leggi anche all’onestà e all’etica.

Il protagonista, appunto, che più o meno inconsapevolmente ha provocato la morte di un uomo. Traps è moralmente colpevole, tuttavia il suo delitto, tecnicamente, non sarebbe dimostrabile né tantomeno punibile da un vero tribunale.

È proprio Zorn, il pubblico ministero che nel gioco accuserà Traps, ad affermare che si tratta di un delitto “perpetrato in modo così raffinato da essere brillantemente sfuggito, è ovvio, alla giustizia dello stato”. In quell’inciso “è ovvio” c’è tutto il pessimismo di Dürrenmatt nei confronti della giustizia, nel suo intero corso, dalla indagine fino al processo.

Ma i quattro vecchietti, fra una risata e l’altra, arrivano comunque alla verità, una verità esclusivamente umana, etica, non certo processuale poiché, come afferma il giudice del racconto, “noi quattro qui seduti a questo tavolo siamo ormai in pensione e perciò ci siamo liberati dell’inutile peso delle formalità, delle scartoffie, dei verbali, e di tutto il ciarpame dei tribunali. Noi giudichiamo senza riguardo alla miseria delle leggi e dei commi.”

Un giudizio, quindi, che solo una volta liberato dagli ingranaggi del sistema giustizia può arrivare al cuore della verità, poiché la giustizia vera non si identifica con quella voluta dai legislatori; le regole, le norme che i commissariati, le prefetture, i tribunali impongono talvolta si scontrano con un autentico spirito di giustizia. I quattro vecchi godono del loro gioco proprio perché con esso hanno la possibilità di sperimentare una ricerca della giustizia autentica, non formale e codificata, perché hanno la libertà di arrivare alla verità più vera e umana, e di arrivarci persino in allegria, per quanto drammatica tale verità possa rivelarsi.

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